Moschea di Algeri, il nuovo impegno BIM di Contec
Si sposta all’estero – precisamente in Nord Africa – il nuovo impegno di Contec Ingegneria, coinvolta nel team internazionale per la nuova moschea di Algeri, tra le più grandi al mondo dopo La Mecca e Medina.
Il progetto de La Grande Mosquée Djamaâ El Djazaïr – curato dallo studio internazionale tedesco Ksp Jürgen Engel Architekten (qui una sintetica referenza) – prevede la costruzione del complesso religioso a Mohamadia, nella baia a est della capitale algerina, coprendo un’area totale di 400.000 mq e organizzata per ospitare 120.000 persone.
L’appalto è stato assegnato alla China State Construction Engineering Corporation (CSCEC), leader internazionale nel settore delle costruzioni.
Questo ampio luogo di culto accoglierà in modo unitario differenti istituzioni religiose e culturali: sale per la preghiera e lo studio del Corano, centri di ricerche storico-culturali-religiose, spazi museali dedicati all’arte e alla storia islamiche, biblioteche, spazi commerciali e di ristorazione.
I tratti distintivi di questo luogo di culto saranno indubbiamente il minareto l’ampia cupola. E proprio la cupola, prevede la partecipazione di Contec Ingegneria attraverso il supporto alla progettazione esecutiva e di dettaglio della copertura composta da un materiale tecnologicamente brevettato di lastre in alluminio Riverclack® sulle quali saranno poi posati degli elementi c.d. moucharabieh, costituiti da pannelli prefabbricati in calcestruzzo rinforzato con fibre anche con funzione decorativa.
La cupola sarà alta 28 metri, ma elevata fino all’altezza di circa 70, con un diametro di circa 60 metri.
La fornitura dei rivestimenti sarà realizzata dalla veronese ISCOM (www.riverclack.com), società specializzata in sistemi di copertura metallica attraverso l’esclusivo brevetto Riverclack®.
“Abbiamo affrontato l’incarico in modo innovativo fin da subito – commenta l’ing. Paolo Cossato, Direttore Tecnico di Contec Ingegneria – attraverso l’applicazione dell’approccio BIM, estremamente utile sia per la complessità geometrica che per le successive fasi di produzione e montaggio”. “Lavorare per l’estero è sempre uno stimolo professionale per conoscere metodologie e culture del lavoro differenti” prosegue Cossato “soprattutto per progettualità così specifiche come la Grande Moschea di Algeri che impongono di valutare importanti aspetti non solo tecnico-progettuali ma anche estetico-culturali”.