
#chisiamo ricerca per la progettazione: BIS-lab®
Si presenta un protagonista della ricerca per la progettazione del Gruppo Contec: Michele Carradori, ingegnere e ricercatore di BIS-lab® Building Innovation e Skills Lab, racconta i temi delle ricerche condotte e la recente partecipazione come contributor all’ultimo ECCPM European Association of Product and Process Modeling di Cipro.
Michele inizia così: “Partecipare all’ECCPM di Cipro [7 – 9 settembre 2016, ndr] è stata senza dubbio un’esperienza molto interessante: era la prima partecipazione ad una conferenza di tale portata e prendervi parte presentando in prima persona un mio lavoro è stato ulteriormente gratificante. Per chi si occupa di ricerca nell’ambito dell’industria delle costruzioni il tema del product & process modeling è centrale e al suo interno il BIM gioca un ruolo preponderante. In questo senso, numerosi sono stati gli spunti forniti dai colleghi provenienti da tutta Europa e non solo, specialmente sul tema dello scambio delle informazioni, la collaborazione fra gli attori e le discipline del processo edilizio e l’interoperabilità. Inoltre, venire in contatto con esperti del mondo professionale ed universitario, mi ha dato modo di porre le basi per possibili collaborazioni future nelle attività di BIS-lab®. L’organizzazione è stata impeccabile, accompagnata dall’affascinante cornice di Cipro che ha reso l’esperienza ancor più gradevole. Fra due anni ECCPM si svolgerà a Copenhagen, città che conosco bene perché vi ho svolto il mio progetto di tesi. Mi pongo l’obiettivo di partecipare presentando una delle ricerca di cui BIS-lab® sarà protagonista nei prossimi mesi.
Sei entrato a far parte del Gruppo Contec, proprio nell’ambito più sperimentale quale è BIS-lab®. Alla luce dei recenti cambiamenti dei paradigmi economici globali, gli obiettivi di un’azienda potrebbero essere più orientati a raggiungere obiettivi economico-finanziari immediati. Cosa ne pensi dell’implementazione di una struttura dedicata invece alla sperimentazione progettuale?
Penso che istituire una realtà come BIS-Lab® all’interno di un Gruppo come quello di Contec sia una scelta strategica molto intelligente e, per certi versi, necessaria. Specialmente in un momento come questo, dove il settore delle costruzioni a livello internazionale (e presto nazionale) è interessato da un intenso processo evolutivo legato sostanzialmente all’introduzione della metodologia BIM (Building Information Modeling), poter contare su risorse dedicate completamente allo studio e all’implementazione dei nuovi strumenti a disposizione diventa fondamentale. Diversamente il rischio è di affrontare certe tematiche in modo parallelo agli impegni e alle scadenze pressanti delle varie commesse, con le problematiche che inevitabilmente ne scaturiscono. Anche in un momento complicato come quello in cui ci troviamo, investire sulla ricerca e l’innovazione, e quindi sulla qualità, credo sia una soluzione efficace per aumentare la competitività, restando sempre un passo avanti alla concorrenza.
Quali sono i temi che stai approfondendo attraverso la tua ricerca? Quale ti appassiona maggiormente?
Il mio percorso di ricerca è stato fino ad ora concentrato sul tema del BIM per il Facility Management, in particolare sullo standard COBie, uno standard per lo scambio delle informazioni utili finalizzate alla gestione e manutenzione degli edifici che dall’aprile 2016 è diventato obbligatorio per tutti i progetti pubblici in Gran Bretagna. Questo mi ha dato modo di venire a diretta conoscenza delle normative britanniche sulla definizione ed applicazione della metodologia BIM, di cui la Gran Bretagna costituisce il punto di riferimento in Europa. Infine, più recentemente, mi sono occupato anche della revisione e stesura di documenti inerenti all’implementazione del BIM in progetti concreti, maturando una conoscenza più pertinente di quale sia lo scenario in cui attualmente ci troviamo. L’aspetto che più mi appassiona è l’applicazione del BIM in fase progettuale, sia come definizione di un piano intra ed interdisciplinare per ottenere la più efficiente attuazione della metodologia, che come studio operativo delle procedure e degli strumenti che potrebbero sostituirsi positivamente alla pratica tradizionale.
Hai trascorso un periodo di studio e ricerca all’estero, precisamente in Danimarca. Come hai vissuto questa esperienza e quali differenze, se ne hai riscontrate, hai notato rispetto all’Italia?
L’esperienza di ricerca per la progettazione che ho vissuto in Danimarca è stata estremamente positiva sia dal punto di vista umano, che formativo. Per parlare delle differenze fra Italia e Danimarca probabilmente mi dilungherei troppo, per cui cerco di essere sintetico e di concentrarmi solo sull’aspetto accademico. Premetto che ho affrontato la mia esperienza danese da laureando, e non da classico studente, per cui non ho frequentato lezioni e nemmeno sostenuto esami. Tuttavia ho sperimentato un rapporto profondamente diverso fra studenti e Università: ho avuto la percezione che in Danimarca (quantomeno presso la DTU, www.dtu.dk, Università Tecnica della Danimarca, che mi ha ospitato) l’Università sia come una grande ‘casa dello studente’ che fornisce tutte le risorse necessarie sia per lo studio e la ricerca, ma anche per lo svago e il tempo libero. Tutto questo viene favorito da strutture moderne organizzate in un campus che assume le sembianze di una vera e propria cittadella universitaria.
Nel mio specifico ambito di studio ho poi potuto sperimentare una conoscenza più approfondita e diffusa del tema BIM, motivo che mi aveva spinto a suo tempo ad intraprendere questa esperienza.
Pur non volendo assumere l’atteggiamento disfattista di chi sostiene che in Italia abbiamo solo da imparare dagli altri, credo che qualcosa di buono da importare dal sistema danese ci sia e, a questo proposito, voglio citare un semplicissimo esempio. Ho discusso la mia tesi anche in Danimarca, alla presenza del mio relatore e di un correlatore esterno, completamente sconosciuto al sottoscritto e al collega con il quale ho sviluppato la tesi. Dopo mezz’ora di esposizione è seguita un’ora di analisi e di domande puntuali sul nostro lavoro: per quanto possa sembrare preoccupante per lo studente medio, questa formula ha valorizzato il nostro lavoro e ci ha fatto capire di non aver semplicemente svolto un’attività necessaria, ma di aver contribuito in maniera effettiva al lavoro di ricerca che l’Università porta avanti.
Rapporto Università – Lavoro e ritardo della realtà italiana rispetto ad un tema in rapida evoluzione come il BIM. Due temi diversi…ma soluzioni legate?
Certamente sì, ed in questo senso credo che il mio caso sia esemplificativo. Io ho intrapreso un percorso di tesi, grazie ai mio relatori Prof. Andrea Giordano e Phd. Ing. Carlo Zanchetta, in collaborazione con un’importante azienda italiana di settore proprio sul tema BIM. Questo mi ha dato modo di sperimentare contemporaneamente il mondo della ricerca universitaria e quello del lavoro, facendomi conoscere all’azienda con cui ho collaborato e portando risultati concreti all’azienda stessa.
Credo quindi che l’attivazione di progetti di ricerca per la progettazione in collaborazione fra Università e professionisti di settore, con particolare riferimento alla modellazione informativa, possa portare risultati positivi per tutti i soggetti coinvolti. Io stesso ho avuto modo di intraprendere una preziosa esperienza durante lo sviluppo della mia tesi, fino a che la mia ricerca nell’ambito BIM mi ha aperto le porte del Gruppo Contec.