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  • Webinar sicurezza macchine: il nuovo programma

    Webinar sicurezza macchine: il nuovo programma

    Contec Industry prosegue il proprio impegno di formazione gratuita con l’iniziativa di webinar sicurezza macchine che nel mese di febbraio parlerà di “Sicurezza e gestione di macchine, attrezzature e impianti” attraverso tre appuntamenti.

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  • La sostenibilità di Gruppo Contec: una nuova foresta

    La sostenibilità di Gruppo Contec: una nuova foresta

    La sostenibilità di Gruppo Contec fa un importante passo nell’ambito ambientale attraverso la nascita di una foresta in Kenya con 500 alberi da frutto. Ogni persona del Gruppo ha un proprio albero assegnato del quale può seguire gli sviluppi di crescita attraverso aggiornamenti puntuali direttamente dagli agricoltori.

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  • Contec Industry corre a fianco della lotta contro la violenza sulle donne

    Contec Industry corre a fianco della lotta contro la violenza sulle donne

    Contec Industry sostiene la prima squadra femminile alla Resia Rosolina Relay: una grande sfida e una forte motivazione.

    430 km di corsa lungo tutto il corso del fiume Adige – dal lago di Resia fino alla foce a Rosolina Mare – attraversando 5 province e quasi 70 comuni per circa 40 ore di staffetta a squadre: sono questi gli ingredienti della manifestazione sportiva RESIA ROSOLINA RELAY.

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  • Sinergia tra Contec e ICEA per la valorizzazione del costruito

    Sinergia tra Contec e ICEA per la valorizzazione del costruito

    Gruppo Contec sigla un importante e prestigioso accordo quadro di cinque anni con l’Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA) per l’espletamento di attività di studio e ricerca finalizzata alla conoscenza, tutela, gestione e valorizzazione delle infrastrutture urbane e delle architetture negli ambienti naturali e costruiti.

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  • A Contec la riqualificazione dell’edificio direzionale di Acque Veronesi

    A Contec la riqualificazione dell’edificio direzionale di Acque Veronesi

    Il raggruppamento temporaneo di professionisti formato da Contec Ingegneria (capogruppo), Contec AQS, Studio Protecno, ARCADE, ing. Boscherini Stefano e Geologo Baldracchi,  si è aggiudicato la progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, direzione dei lavori e CSP/CSE per la riqualificazione dell’edificio direzionale e tecnico operativo di Acque Veronesi a San Michele (Verona).

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  • Pianificazione e gestione dei costi di una commessa in edilizia – 2a edizione

    Pianificazione e gestione dei costi di una commessa in edilizia – 2a edizione

    Dopo il grande successo della prima edizione tenutasi lo scorso novembre, Contec Ingegneria e Pronext, in collaborazione con Prospecta Formazione, ripropongono il corso di formazione sulla PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEI COSTI DI UNA COMMESSA IN EDILIZIA – Come impostare il controllo di gestione e il budget di una commessa in edilizia.

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    Contec festeggia i 60 anni di laurea di Maurizio Cossato

    Il 6 novembre 2017 Contec Ingegneria festeggia un particolare anniversario: 60 anni fa l’ing. Maurizio Cossato, socio fondatore, si laureò all’Università di Padova. Un’occasione che – tra festa e ricordi che tornano – ci permette di guardare al passato senza malinconia bensì con la consapevolezza della responsabilità e del valore del nostro lavoro.

    L’ing. Maurizio Cossato ha conseguito la laurea il 6 novembre 1957 in Ingegneria Civile sulla tecnologia del calcestruzzo armato precompresso, allora utilizzata solo in pochi esempi europei e italiani.

    “Ricordo che il primo ponte importante in calcestruzzo precompresso in Italia è stato il ponte sul Po a Casalmaggiore (Cremona) realizzato tra il 1955 e il febbraio 1958. Per inciso proprio nell’ottobre di quest’anno il ponte è stato chiuso al traffico per lavori di manutenzione dopo circa sessanta anni di servizio” inizia a raccontare Cossato. “Negli anni tra il 1950 e il 1957 furono realizzati alcuni altri ponti con questa tecnologia, l’argomento era quindi molto interessante all’epoca”.

    Qual è il progetto del quale va più fiero?

    E’ una domanda alla quale non è facile rispondere perché ogni progetto ha caratteristiche diverse, pur operando in un’attività appartenente ad un contesto specifico come l’ingegneria, ogni volta cambiano le condizioni al contorno e varia anche il team complessivo.

    Un’esperienza che mi sembra significativa per l’approccio è stato il sistema casa con il consorzio ISPEI. Eravamo nel 1975 e l’edilizia si indirizzava all’industrializzazione del processo produttivo (prefabbricazione). In campo residenziale l’approccio era molto modesto, anche se Contec aveva già realizzato importanti edifici con tecniche avanzate a Verona (edifici AGEC a Borgo Roma, Torre circolare “Mazzi” a Borgo Milano, Cooperativa Brodolini a Golosine).

    Si trattava di spingere il processo molto più avanti. L’iniziativa che generai fu complessiva: Contec operò per costituire un consorzio di imprese che avesse la potenzialità adeguata. In sostanza Contec creò il Committente, promuovendo e concretizzando un raggruppamento di importanti imprese che costituirono il Consorzio ISPEI (Istituto per l’Edilizia Industrializzata) finalizzato a realizzare un progetto avanzato di edilizia residenziale industrializzata.

    Sostenuta dal Consorzio, Contec proseguì il lavoro, inoltre approfondì la tematica dei meccanismi legislativi che fornivano incentivi di agevolazione fiscale e contributiva presenti allora sul mercato italiano per l’edilizia economica e popolare. Infine fu costituito un gruppo di progettazione allargato a importanti studi professionali, comprendenti tutte le componenti necessarie per mettere a punto un articolato progetto di edificio industrializzato il più possibile avanzato.

    Prima di iniziare l’ideazione e la progettazione, il gruppo – con opportuni viaggi di studio in Europa – prese visione e conoscenza di ciò che al momento era avanzato e in esecuzione nei vari Paesi.

    In Francia prendemmo contatto con il C.S.T.B. (Centre Scientifique et Technique de Bâtiment) e visitammo diversi edifici, ritenuti tra i più significativi, nelle villes nouvelles che in quel periodo erano in costruzione attorno a Parigi. In Polonia venne visitato l’I.T.E. (Istituto Tecnico per l’Edilizia) e altri viaggi di studio vennero effettuati in Germania, Olanda e Ungheria.

    Culturalmente formati ci dedicammo allo studio della proposta tecnica e nel contempo riuscimmo a partecipare a bandi di assegnazione di alloggi che potevano essere realizzati con il nuovo progetto industrializzato.

    Con la costruzione degli edifici che furono assegnati al Consorzio vennero effettuati i prototipi dei servizi igienici industrializzati e le prove meccaniche in dimensioni reali sui giunti delle strutture interamente prefabbricate delle nuove costruzioni, con la collaborazione dell’Università di Padova.

    Come detto all’inizio questo approccio inventato da Contec è stato tante volte con modalità diverse implementato in altri progetti e ancora oggi è di stimolo a nuove iniziative anche totalmente diverse, per questo lo ritengo un progetto molto significativo. Sorrido quando vedo il frutto di questa prefabbricazione – che oggi chiamate off-site – come a Londra con i luxury bathroom pod che hanno impegnato Contec Ingegneria e Open Building.

    Qualche settimana fa, abbiamo ritrovato un numero – decisamente datato! – del Giornale dell’Ingegnere, numero nel quale aveva curato un approfondimento dal titolo “Riforma degli ordinamenti professionali. Riflessioni e proposte”. Se oggi le chiedessimo la stessa cosa, qual è la sua visione, in generale, sull’esercizio delle professioni intellettuali?

    All’epoca, noi studio professionale, abbiamo costituito una società di ingegneria quando ancora queste non erano riconosciute e regolamentate. Per anni abbiamo svolto, come società di ingegneria,  attività in un rapporto con i committenti che a quei tempi era molto più diretto e sostanzialmente basato su scienza e diligenza. Il rischio era rilevante perché i contratti avrebbero potuto essere dichiarati nulli con la conseguente perdita di diritto al proprio compenso.

    Esisteva un’ambiguità nella nostra legislazione perché grosse società legate all’industria erano accettate – come ad esempio Fiat Engineering, Tecnimont, Snam progetti, Alpina – mentre società di ingegneria create da professionisti non erano considerate ammissibili. Formalmente, da poco tempo il problema è stato risolto con l’eliminazione di una legge di origine fascista con presupposti razziali che è sopravvissuta nel tempo.

    Ritornando all’articolo menzionato nella domanda, in realtà quello era un’articolata proposta per la riforma della professione di ingegnere. Negli anni sono stato consigliere dell’Ordine degli Ingegneri per oltre quarant’anni, Presidente per molti anni, Presidente della federazione degli ordini provinciali del Veneto per sette anni: ho più volte cercato quindi di contribuire alla modernizzazione degli Ordini e alla regolamentazione delle società di ingegneria, operando in numerose commissioni di studio. L’articolo riguarda uno studio che ritengo innovativo per l’epoca e, appunto perché troppo avanzato, non fu particolarmente condiviso nei convegni e nelle riunioni del Consiglio Nazionale degli Ingegneri durante i quali fu presentato. Oggi tante cose contenute nel documento sembrano scontate ma ancora oggi, nessuno ha risolto la contraddizione, segnalata nel documento, tra valore legale del titolo di studio e competenza professionale che viene continuamente modificata con l’aggiornamento permanente, oggi istituzionalizzato. Anche le modalità per documentare la competenza professionale individuale o delle società di ingegneria oggi regolamentate, non sono così avanzate da soddisfare adeguatamente la valorizzazione dei meriti e delle competenze.

    Molta strada è ancora da fare, ma alcune proposte segnalate per rendere graficamente comprensibili a colpo d’occhio le competenze e le esperienze sono ancora valide e molto più avanzate di quanto oggi in campo. Nell’articolo si proponeva l’utilizzo di forme grafiche interattive, con rappresentazione grafica efficace ed intuitiva delle esperienze e competenze, che oggi sono temi di studio nella grafica professionale.

    Ci tengo a ricordare la definizione di ingegneria: “Attività intellettuale che utilizzando le conoscenze scientifiche è in grado di sviluppare progetti e processi atti a realizzare un ritorno economico in senso lato”.

    A giovani ragazzi che si affacciano per la prima volta verso il mondo dei grandi – per la scelta delle scuole superiori, dell’università o del lavoro – cosa sente di raccomandare?

    Si tratta di effettuare una scelta che può anche essere meditata sulla base di informazioni che la scuola o il contesto ambientale e web oggi possono facilmente fornire ad un giovane interessato al suo futuro. Trattando di scelte di tipo intellettuale è evidente che, prima di tutto, si deve scegliere sulla base delle proprie curiosità e delle proprie tendenze. Poi si dovrebbe pensare alle prospettive, a mio avviso molto interessanti, che il contesto sociale può proporre ad un giovane che si avvia a competere per l’evoluzione del mondo moderno.

    Non esistono limiti territoriali e temporali, la mente deve essere sempre protesa a cogliere le opportunità che un contesto dinamico e in forte evoluzione quale è il mondo moderno può offrire. Non deve mai essere dimenticato il valore sociale del proprio impegno che deve essere sempre ispirato da comportamenti assolutamente rigorosi in campo etico e deontologico. Si devono necessariamente mettere in conto prospettive di esperienze che varieranno nel tempo e che possono includere successi e crisi dalle quali si deve essere disposti  a reagire rinnovandosi continuamente.

    E’ un nuovo mondo misterioso ma anche molto esaltante per un giovane determinato.

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    Le nostre competenze, ovunque.

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